Dott. BETTUZZI ROBERTO

Agr. dott. roberto bettuzzi

Dott. BETTUZZI ROBERTO

Consulenze ed Educazione Nutrizionale nei Piccoli Animali

Presentazione

Mi sono laureato presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università degli Studi di Udine con Laurea Specialistica in Scienze Animali (Classe di Laurea: Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali).

A livello ordinistico, questa classe di laurea, permette l'accesso agli Albi del settore Agro - Zootecnico (dopo superamento di apposito Esame di Stato Abilitante). Sono iscritto all'Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati, Collegio Interprovinciale del Friuli Venezia Giulia (Posizione n. 202).

Le consulenze nutrizionali su cani, gatti e conigli possono venire svolte sia presso il domicilio del proprietario dell'animale, sia presso alcune Strutture Veterinarie con cui collaboro stabilmente.

Per avere sempre un aggiornamento costante rispetto alle tematiche oggetto della mia professione, sono iscritto alle seguenti Associazioni Scientifiche e di Categoria:

  • FIDSPA - Federazione Italiana Dottori in Scienze della Produzione Animale
  • SIANA - Società Italiana di Alimentazione e Nutrizione Animale
  • UNISVET - Unione Italiana Società Veterinarie

Cosa facciamo

  • Professionalmente mi occupo della educazione del cliente alla corretta gestione alimentare e nutrizionale del proprio animale. Svolgo la professione o in autonomia o in collaborazione con Medici Veterinari. Nello specifico mi occupo di:
  • Consulenze nutrizionali per l'adeguata gestione del prodotto commerciale (crocchetta e/o prodotto umido);
  • Consulenze nutrizionali per alimentazione casalinga con elaborazione di Piano Alimentare Personalizzato in base alle specifiche caratteristiche dell'animale;
  • in collaborazione con Associazioni, Aziende o altri Professionisti, inoltre, organizzo giornate o serate informative di Educazione alla corretta gestione della Alimentazione e della Nutrizione nei Piccoli Animali, per educare il cliente a come mantenere un livello di benessere del proprio animale il più a lungo possibile. 

 

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Approfondimenti...

  • Gestione dei pasti nel cane
  • Gestione della alimentazione nel gatto: alcuni punti chiave
  • L'importanza di una alimentazione varia
  • Gli alimenti che vanno evitati per il proprio amico a quattro zampe
  • Quando l'alimentazione fa da supporto
  • Essere un Consulente Nutrizionale vuol dire...
  • Alimentazione sana e bilanciata

 

 

GESTIONE DEI PASTI NEL CANE (a cura del dott. Roberto Bettuzzi).

Nel cane la gestione del numero dei pasti giornalieri dipende dall'età dell'animale. Nel cucciolo il numero dei pasti non può scendere sotto le tre unità. Nel cucciolo, infatti, una situazione che si può riscontrare facilmente sono le situazioni di ipoglicemia, molto rischiose per la sua salute. Per questo motivo almeno tre pasti al giorno garantiscono una glicemia costante durante tutto l'arco della giornata. 
Nel cane adulto, invece, il numero di pasti consigliato è di due unità. Il monopasto è sempre bene evitarlo. Una grande quantità di alimento tutta in una volta, infatti, unita ad una consistente quantità di acqua e di aria tra una prensione e l'altra, unita spesso ad una attività fisica post prandiale, possono innescare la così detta dilatazione – torsione gastrica (o GDV). Per questi motivi è sempre bene che le somministrazioni siano due: una la mattina ed una la sera. E che l'eventuale attività fisica sia sempre svolta lontano dai pasti. Durante il resto della giornata acqua fresca sempre a disposizione. In caso di educazione cinofila e di premi somministrati, va ricordato che i così detti “premietti” NON SONO IPOCALORICI. Al contrario va sempre tenuto conto del somministrato extra e, di conseguenza, va ridotta LA RAZIONE SERALE DI ALIMENTO. Altrimenti possono cominciare a presentarsi situazioni di sovrappeso (prima) e di obesità vera e propria (poi).
Nel cane anziano, invece, il numero di pasti somministrato deve essere superiore ai due, almeno tre come nel cucciolo. Questo in quanto nell'animale anziano si riduce la funzionalità gastro – enterica e, di conseguenza, la produzione enzimatica e le capacità di assorbimento dei nutrienti. Per questi motivi bisogna aumentare la quantità di pasti riducendo però la quantità di alimento somministrato ad ogni singolo pasto (più pasti, meno alimento). Questo garantisce il massimo assorbimento dei nutrienti ingeriti. Da sottolineare, inoltre, come va mantenuto in età geriatrica un elevato standard della qualità proteica. Ovvero nell'animale anziano vanno privilegiate le così dette proteine nobili... ovvero vanno utilizzate carni principalmente bianche come pollo, tacchino, coniglio, pesce azzurro che presentano un importante quantitativo di acidi grassi insaturi (ad esempio gli omega 3)... che sono benefici alla salute visiva, cerebrale, cardiocircolatoria e alla integrità di pelo e cute. Una adeguata quantità di carne nella dieta del cane anziano, garantisce anche adeguato apporto amminoacidico e, quindi, un corretto mantenimento della massa muscolare dell'animale. Nel caso in cui l'animale dovesse avere una ridotta funzionalità enterica, si può agire alzando un minimo i livelli di fibra standard. In letteratura infatti si consiglia di passare da un 5% massimo in età adulta... ad un 7% in età anziana, ma solo in caso di effettiva necessità.

 

GESTIONE DELLA ALIMENTAZIONE NEL GATTO: ALCUNI PUNTI CHIAVE (a cura del dott. Roberto Bettuzzi)

Il primo concetto fondamentale da tenere sempre presente è che il gatto è un carnivoro stretto. Questo significa che riesce a ricavare energia solamente dalle proteine animali (carne) e dal grasso. Il livello infatti delle amilasi, ovvero degli enzimi che permettono di scindere gli amidi, è o molto molto basso o assente. Quando parliamo quindi di alimentazione nel gatto, la base della dieta deve essere costituita da carni e da un livello basso di fibra alimentare. Nel gatto, difatti, la fibra serve per il corretto transito intestinale (peristalsi) e per il corretto funzionamento del microbiota intestinale. Egli, però, non ricaverà assolutamente energia da essa. La gestione del pasto durante la giornata può essere condotta in due modi, a seconda delle caratteristiche del gatto. Il gatto selvatico, difatti, si gestisce l'alimentazione giornaliera con una media di 10-15 piccoli pasti lungo tutto l'arco della giornata. Se il nostro gatto domestico è autonomo nella gestione... e quindi mimerà il suo parente genetico... allora la ciotola potrà contenere la dose giornaliera di alimento. Tuttavia esistono animali che non si sanno amministrare... ovvero mangiano a modi idrovora. In questi casi la gestione dei pasti dovrà essere gestita dal proprietario con la somministrazione di almeno 3 – 4 pasti al giorno (quindi dividendo la dose GIORNALIERA in quattro pasti). Fondamentale ricordare l'importanza di una dieta prevalentemente umida nel gatto. Questo in quanto se l'animale non riceverà una corretta idratazione, vi sarà con molta più facilità la presenza di urine concentrate e, quindi, con più facilità si potranno formare prima cristalli e poi veri e propri calcoli vescicali. E' stato verificato, inoltre, che una corretta idratazione corporea la si avrà proprio con un corretto contenuto di acqua presente proprio nell'alimento stesso. Il gatto difatti è un animale che di suo tende a bere non moltissimo, ecco quindi l'importanza di una corretta idratazione con l'alimentazione. Perché il gatto non beva molto di suo è facilmente intuibile: il gatto selvatico nel momento in cui si ciba delle proprie prede... si mangia tutto... compreso il sangue dell'animale predato che, quindi, fornisce la giusta idratazione. Un altro aspetto di rilevanza consiste nella somministrazione dell'alimento alla giusta temperatura... ovvero l'alimento somministrato non deve essere ne troppo freddo ne troppo caldo... altrimenti queste due temperature estreme, freneranno l'animale ad alimentarsi. Anche in questo caso il perché di tutto ciò è facilmente intuibile se lo confrontiamo con lo stile di vita del gatto selvatico. Gli animali di cui il gatto selvatico si nutre hanno tutti una temperatura corporea che varia dai 38 ai 40° C... e quindi...

 

L' IMPORTANZA DI UNA ALIMENTAZIONE VARIA (a cura del dott. Roberto Bettuzzi)

In medicina umana e in nutrizione umana giustamente si sente spesso ripetere dell'importanza di una dieta variata, in cui vi deve essere una rotazione di diversi ingredienti e nutrienti per avere una alimentazione equilibrata. Vale anche per i nostri amici a quattro zampe? La risposta è assolutamente SI!! Partendo sempre dal presupposto che parliamo di carnivori, è però fondamentale andare a variare le carni a disposizione. Va sempre ricordato, infatti, che ogni carne ha le sue caratteristiche nutrizionali, così che le carni bianche, le rosse ed il pesce hanno caratteristiche diverse. Se abbiamo, ad esempio, un animale che svolge una attività fisica normale (ovvero la passeggiata quotidiana) possiamo attuare una rotazione costante tra carni bianche, rosse e pesce. Va ricordato, infatti, che anche i parenti genetici da cui cani e gatti derivano hanno le loro prede elettive, ma in caso di scarsità della preda elettiva variano la dieta con altri animali. Quindi anche loro hanno una variazione della dieta durante l'anno solare. E nel caso in cui l'animale dovesse presentare reazioni avverse al cibo? In questo caso il Nutrizionista assieme al Medico Veterinario curante studia un piano alimentare che permetta innanzitutto di comprendere a quali carni l'animale presenta una ipersensibilità. Una volta che il percorso è terminato ed una volta compreso quali carni vanno escluse dalla sua alimentazione, la rotazione continua con le restanti. Ovvero se abbiamo un cane che presenta sensibilità al pollo, escluderemo il pollo dalla sua alimentazione, ma potremmo alimentarlo ad esempio con coniglio, manzo, maiale, merluzzo ecc ecc. Permettere al proprio amico a quattro zampe di svolgere una alimentazione variata scongiura il più possibile la formazione di situazioni di ipersensibilità. Perché? Perché se io vi dicessi da oggi per i prossimi 3 anni voi vi alimenterete solo a pollo... è statisticamente probabile che ad un certo punto in voi possa comparire una intolleranza a quell'alimento. Quindi che voi alimentiate il vostro amico con alimentazione commerciale o casalinga la rotazione è essenziale. Tutto ciò risulta essenziale anche nel cucciolo, perchè una alimentazione varia permette di selezionare un microbiota intestinale ampio. E anche questo è un aspetto fondamentale per evitare il più possibile l'insorgenza di intolleranze e allergie alimentari.  Nel momento in cui verrà utilizzata una alimentazione casalinga, un aspetto importante è l'integrazione mineral vitaminica con apposito integratore. Perché? Perché nonostante la rotazione, l'alimentazione di un cane o un gatto domestico sarà sempre meno variata della nostra, e quindi una integrazione è essenziale. Vi chiederete... ma un lupo o un gatto selvatico non vanno al supermercato a comprare l'integratore. Verissimo!! Ma dovete ricordare che le loro così dette prede elettive sono molto molto ben bilanciate anche dal punto di vista amminoacidico e mineral vitaminico. Un esempio? Il topo... preda elettiva del gatto che è ricchissima di taurina, amminoacido fondamentale per la salute visiva, cardiaca e riproduttiva dell'animale.

 

GLI ALIMENTI CHE VANNO EVITATI PER IL PROPRIO AMICO A QUATTRO ZAMPE (a cura del dott. Roberto Bettuzzi)

Ci sono degli alimenti che è sempre molto bene evitare di somministrare al vostro cane. Questo in quanto possono mettere a serio rischio la vita del vostro amico, non solo durante le feste di Pasqua e Natale ma TUTTO L'ANNO!!

Nel dettaglio vanno sempre evitati i seguenti alimenti:

1. DOLCI E CIOCCOLATO
2. XILITOLO
3. OSSA E LISCHE 
4. CIPOLLE E AGLIO
5. NOCI DI MACADAMIA
6. UVA ED UVETTA
7. AVANZI DA TAVOLA
8. SALE

Vediamo di spiegare in breve perché possono essere pericolosi:

Il cioccolato può essere molto molto pericoloso e mettere in pericolo la vita del vostro animale. In particolare nel cucciolo gli alcaloidi contenuti nel cioccolato possono essere anche letali, mentre nell'individuo adulto molto dipende dalla taglia del cane. Dopo qualche ora dall'ingestione possono comparire vomito, diarrea, iper attività, tachicardia, tremori, crisi convulsive, perdita di coscienza e nei casi più gravi coma e morte dell'animale.

Lo xilitolo lo troviamo aggiunto a numerose caramelle o gomme da masticare come dolcificante e nel cane ha un effetto tossico in quanto provoca una rapida diminuzione dei livelli di glucosio nel sangue e conseguente ipoglicemia. Tra i sintomi indicati in letteratura dopo poche decine i minuti dall'assunzione troviamo anche perdita di coordinazione e spasmi.

Le ossa vanno evitate con cura in quanto possono essere pericolose per tre motivazioni principali: possono essere causa di occlusioni intestinali, quadri emorragici e fratture dentali. Nello specifico ossa di maiale o simili possono causare occlusioni intestinali che a volte hanno una soluzione non chirurgica e a volte chirurgica (dipende dalla posizione dell'osso nel tratto enterico). Le ossa di pollo, tacchino e coniglio sono invece ossa molto fragili che si rompono molto male e quindi possono rompersi formando schegge o simili che possono procedere lungo il tratto gastro – enterico provocando quadro emorragico. Infine con ossa molto dure si può avere la frattura di denti. Nella mia esperienza sul campo quando svolgevo la professione di Tecnico Veterinario, infatti,  feci spesso assistenza a casi di chirurgie estrattive per denti fratturati proprio a causa di ossa. Per tutte queste ragioni l'osso va evitato.

L'aglio e la cipolla e gli agliacei (tra cui erba cipollina e porro) contengono una specifica sostanza molto pericolosa per il cane perché ad effetto emolitico. Ovvero essa causa rottura dei globuli rossi con conseguente quadro anemico. Oltre che quadro emolitico (ma è più che sufficiente per evitarne la somministrazione) aglio e cipolla vengono mal tollerati e mal digeriti provocando anche iperfermentazioni e crampi addominali. Motivi sufficienti per affermare che NON DEVONO ESSERE PRESENTI nella alimentazione del proprio cane.

Le noci di Macadamia sono delle noci di origine australiana e anche queste dall'effetto molto tossico sull'animale. In particolare in letteratura tra i sintomi si ricordano debolezza a carico degli arti posteriori, depressione, vomito, tremori, febbre, dolori addominali, paralisi temporanee. Nei casi più gravi di abbondante ingestione si riporta anche il coma dell'animale.

Uva e uvetta vanno evitate perché possono avere un effetto negativo a livello renale. I primi sintomi di intossicazione possono essere vomito (nel quale a volte si ritrovano i chicchi d'uva) e diarrea. Poi successivamente la situazione dell'animale si può complicare ulteriormente fino ad arrivare nei casi più gravi ad un quadro di insufficienza renale acuta.

Avanzi dalla tavola ovviamente non vanno bene perché sono cucinati con modalità non compatibili alla salute del vostro amico a quattro zampe. In particolare sughi, olio fritto, aglio e cipolla presenti fanno si che gli avanzi della tavola non devono essere somministrati al proprio animale.

Fare alimentazione casalinga vuol dire cucinare per il proprio amico in un certo modo e secondo specifiche modalità di cottura. Se alimentati correttamente, gli animali da una dieta casalinga bilanciata avranno beneficio, se alimentati invece con una dieta sbilanciata o con gli alimenti di cui abbiamo parlato, potrebbero incorrere in serissimi rischi per la loro salute.

 

QUANDO L'ALIMENTAZIONE FA DA SUPPORTO (a cura del dott. Roberto Bettuzzi) 

Esistono situazioni nelle quali l'alimentazione può fare da supporto alla terapia medica. Ed è in questi casi che la collaborazione tra Consulenti Nutrizionali e Medici Veterinari non solo è consigliata, ma è fondamentale!! Tra le diverse situazioni che si possono gestire con un lavoro di squadra, ne ricordiamo ad esempio due molto comuni: le micosi cutanee e le problematiche ortopediche.

Per quanto riguarda le micosi (infezioni fungine) quello che la nutrizione può fare è strutturare un piano alimentare assolutamente privo di carboidrati. E' risaputo, ormai, che i miceti traggono nutrimento in maniera importante dai carboidrati. Ecco, quindi, che un cane che presenta micosi cutanea deve essere alimentato con carne e fibra in quantità corrette e gestito poi, inoltre, dal punto di vista farmacologico dal medico veterinario di fiducia. Ricordiamo, infatti, che il cane è un carnivoro, perciò strutturare una alimentazione solamente a base di carne, nelle giuste quantità, non arreca danno. In questo modo alimentazione corretta da una parte, terapia farmacologica dall'altra, permettono pian piano di eliminare il fungo causa di infezione.

Nel caso invece delle problematiche ortopediche, la nutrizione gioca un ruolo fondamentale per permettere di mantenere l'animale in peso forma. E' stato accertato oramai che il sovrappeso e l'obesità negli animali domestici giocano un ruolo fondamentale nel rischio di problematiche di tipo ortopedico. Nei cani di taglia medio grande, in particolare, in caso di sovrappeso o obesità, è elevatissimo il rischio di rottura del crociato (sono sempre maggiori i lavori che trovano una relazione statisticamente significativa tra le due variabili). Mentre nel cucciolo che non dovesse crescere in peso forma è molto elevato il rischio di deformazione ossea. Va ricordato, infatti, che lo scheletro del cucciolo è di cartilagine. Questa perciò risulta facilmente deformabile a causa di un peso eccessivo. Ecco quindi che mantenere un cucciolo sempre in perfetto peso forma è assolutamente essenziale. E di conseguenza è fondamentale strutturare un piano alimentare che permetta un corretto mantenimento del peso da una parte, e che permetta di fornire tutte le componenti essenziali per la sua crescita dall'altra.

 

ESSERE UN CONSULENTE NUTRIZIONALE VUOL DIRE... (a cura del dott. Roberto Bettuzzi)

Sempre più spesso il proprietario di animali da compagnia sente la necessità di rivolgersi ad un professionista per far seguire adeguatamente l'alimentazione del proprio amico a quattro zampe. Questo per diverse motivazioni. Ricordiamoci innanzi tutto la selezione genetica degli ultimi 100 anni di storia della cinofilia. Una selezione genetica estrema che ha indebolito di molto la genetica di razza, perciò sempre più spesso proprietari e Professionisti (tra cui inserisco ovviamente anche i nostri colleghi Medici Veterinari) si devono scontrare con problematiche legate a questa iper selezione: displasia dell'anca, problematiche dermatologiche, problematiche gastro enteriche ed in generale, tutta una molteplicità di sintomi legati alle sensibilità alimentari o RAC (Reazioni Avverse al Cibo). Come disse una collega ad un corso di aggiornamento: “mentre un tempo le problematiche dermatologiche nel cane erano relegate negli ultimi capitoli dei testi di patologia generale, oggi sono spiegate nei primi capitoli dei nostri testi”. Ed un perché appunto c'è. Ma non solo di tipo genetico...

Il Consulente Nutrizionale in ambito Animale deve quindi oggi avere moltissime conoscenze che vanno oltre la nutrizione di per se. Essere un Nutrizionista oggi significa avere come fine ultimo l'elaborazione di un Piano Alimentare, mettendo assieme conoscenze a 360° che spaziano dalla nutrizione alla dermatologia, dalla dermatologia alla endocronologia, dalla endocrinologia alle scienze del comportamento, dalle scienze del comportamento alla gastro enterologia. E' per questo motivo che in questi anni vi ho sempre detto rivolgetevi solo a Professionisti, perché un aggiornamento costante e continuo è fondamentale per riuscire ad ottenere risultati.

La Nutrizione in questi anni, infatti, ha sempre riscontrato maggiori collegamenti con tutto quanto l'organismo animale. Mentre un tempo si pensava che la nutrizione fosse quasi “fine a se stessa”, oggi si è compreso come sia collegata ad un quadro di benessere a 360°. Alimentare correttamente un animale significa avere un tratto gastro enterico che funziona adeguatamente. Avere un tratto gastro enterico funzionante in modo corretto significa, a sua volta, avere un Sistema Nervoso Centrale che funziona adeguatamente, un tessuto cutaneo che funziona correttamente, avere un apparato renale, epatico, cardiaco e cardio circolatorio che funzionano in modo corretto. Qualcuno disse... “dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”. Tutto ciò funziona anche in ambito animale oltre che nell'uomo (ma noi biologicamente non apparteniamo al mondo animale? Quindi... tutto torna).

Ecco allora che la nutrizione deve essere vista sotto una nuova luce. Ovvero alimentare correttamente un animale permette di avere un effetto “farmacologico” costante prodotto dagli stessi alimenti. Per capire questo basti pensare all'importanza delle vitamine A, E, D, C nello svolgimento di specifiche funzioni biologiche. Oppure all'effetto naturalmente anti infiammatorio di alcuni ingredienti usati da millenni in alcune cucine tradizionali come ad esempio curcuma e zenzero. E per quanto riguarda queste ultime, effetto anti infiammatorio senza effetti collaterali. Ecco allora che la Nutrizione non è solamente conoscere ingredienti, ma uno studio scientifico molto accurato che si rifà anche a studio in laboratorio di principi attivi ad effetto biologico diretto. Questa è la complessità della nutrizione ed è questa conseguentemente anche la sua bellezza.

 

ALIMENTAZIONE SANA E BILANCIATA (a cura del dott. Roberto Bettuzzi)

Una problematica molto sentita e sempre attuale risulta essere la salute del cavo orale ed in particolare la presenza di placca e tartaro sui denti dei nostri amici a quattro zampe. In un convegno della NAVTA (National Association of Veterinary Technicians in America - Associazione Nazionale degli Infermieri Veterinari negli Stati Uniti) si sottolineava come l'80% dei cani negli USA presenta problematiche odontoiatriche già nei primi due anni di vita. Quando il sottoscritto era ancora uno studente le informazioni a disposizione dicevano che una alimentazione secca era meglio di una umida perché in questo modo i residui di alimento restavano con meno facilità adesi al dente. Come diceva Galileo Galilei, però, “la scienza è un proficuo errore” e, perciò, quello che sappiamo ora è che questo concetto non è esatto. Questo in quanto, sia nel cane sia nel gatto, non è tanto importante la maggiore o la minore presenza di acqua, ma il corretto bilanciamento della dieta nel suo complesso. Un corretto bilanciamento farà si che le varie famiglie batteriche presenti nel cavo orale rimangano in equilibrio tra di loro e scongiurino il più possibile la formazione del film batterico che è all'origine di placca e tartaro. E' sempre maggiore la letteratura in questo senso. Una corretta alimentazione deve prevedere quindi una adeguata quantità di carne, una scarsa o non troppo elevata quantità di cereali nel cane e la loro assenza nel gatto ed una adeguata quantità di fibra. Nel momento in cui parliamo di alimentazione casalinga bilanciata, ad esempio, la quantità di acqua presente in un Piano Alimentare può variare mediamente tra il 50 ed il 70%, ma non è certo questa a provocare placca e tartaro. Nella mia esperienza sul campo, difatti, ho potuto osservare un miglioramento netto ed una diminuzione consistente di placca e tartaro in animali gestiti correttamente dal punto di vista nutrizionale. E questo proprio perché vi era un adeguato bilanciamento degli alimenti. Va considerato, inoltre, come l'acqua nella dieta in quantità adeguate è fondamentale nella alimentazione di cani e gatti per altri due motivi principali:

1. il giusto e corretto apporto idrico. Cane e gatto risultano ben idratati quando recuperano acqua direttamente dall'alimento consumato (i loro parenti genetici delle prede si mangiano anche il sangue che permette così una adeguata idratazione);

2. un corretto apporto di acqua è fondamentale per scongiurare il più possibile, sia nel cane sia nel gatto, la formazione di calcoli vescicali. Nel gatto soprattutto abbiamo un ridotto consumo di acqua in forma spontanea. Questo perché il suo parente genetico deriva da zone desertiche e quindi non è abituato a bere con regolarità. Per questo motivo un corretto apporto di acqua scongiura il più possibile la formazione prima di cristalli e poi di veri e propri calcoli vescicali. Va detto, tuttavia, che la natura chimica di un calcolo può essere molto variegata. E che, quindi, una dieta ricca in acqua non scongiura la formazione di qualsiasi tipo di calcolosi, può però essere di aiuto.

Nel momento in cui parliamo di placca e tartaro, quindi, una grossa mano ai nostri animali la danno una dieta bilanciata e un allontanamento quotidiano (di tipo fisico) della placca che si forma durante la giornata.

 

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